Vi ricordate di Elena? La cardiochirurgo in KSA? Ve l’avevamo presentata qui.
Oggi ci offre un’analisi personale sulla vita e le opere di un grande scrittore-giornalista italiano: Tiziano Terzani.
“Un uomo che si accontenta é un uomo felice”
Ho riletto con immenso piacere alcuni sui splendidi testi, ho rivisto il film che racconta la sua vita e ho riascoltato le sue interviste. Più che mai in questo periodo, le sue idee mi sono sembrate così contemporanee.
Tiziano Terzani nasce in Italia nel 1938. Dai primi anni ’70, dopo aver conseguito un Master in Affari Internazionali alla Columbia University di New York, diventa corrispondente dall’Asia per il settimanale tedesco “Der Spiegel”. Nel 1979, dopo quattro anni passati ad Hong Kong, si trasferisce con la famiglia a Pechino, viaggia visitando città e paesi chiusi agli stranieri e iscrive i suoi figli in una scuola pubblica cinese. Nel 1994 si stabilisce in India assieme alla moglie Angela Staude, scrittrice, e ai due figli. Inizia una seconda parte della sua vita da cui nasceranno testi indimenticabili tra cui il mio preferito “Un altro giro di giostra” scritto nel 2004 quando Terzani scopre di essersi ammalato. Dopo lunga malattia, si spegne nella sua casetta “tibetana” ad Orsigna nel 2004.
Chi era Terzani?
Terzani era prima di tutto un giornalista che si è trasformato nel corso degli anni e grazie alle sue esperienze ha lanciato un “giornalismo magico” che ha permesso a un pubblico sempre più vasto di penetrare la sua personalità mediante le storie del mondo.
Ho individuato alcune parole chiave che mi avvicinano al suo pensiero e che vorrei condividere.
1. ORIENTE
Terzani era innamorato dell’Oriente. Era affascinato dalla dimensione umana e dalla profondità del pensiero utopistico socialista. Lavorò come inviato in Vietnam, poi in Cambogia per approdare in Cina. La Cina però gli strappò i suoi sogni, dilaniò la sua utopia di mondo nuovo. Terzani, vivendo in prima persona il regime brutale cinese, aveva denunciato le repressione mediante i suoi articoli e ciò non era stata gradito dai vertici politici. Lui cercava un sistema politico che rispettasse l’uomo, non il popolo. Ci riprovò in India, avvicinandosi al Buddismo che lo accompagnò fino alla fine della sua vita e lo trasformò in un uomo del mondo.
2.UTOPIA
Terzani era un reporter della verità e della realtà. Non ha mai tradito la sua natura, anche quando sarebbe stato sicuramente più semplice. Ha camminato sui cadaveri, nella rossa Cambogia, senza rinunciare a esporre al mondo la barbarie cambogiana. Ha visto l’arroganza americana crescere fino all’ultima delle guerre che ha seguito come reporter, l’Afghanistan. È stato disgustato da bombardamenti che uccidono, soprattutto innocenti, come tutti i bombardamenti, come tutte le guerre. E l’11 settembre? Che ne pensava? «Che Osama Bin Laden e Bush sono stati agenti del male, dell’orrore, assassini. Ognuno a suo modo, ognuno con le sue folli motivazioni». Era un forte convinto socialista in gioventù, ma ben presto la curiosità di comprendere l’ “altro” lo porterà al riconoscimento di una dimensione superiore che gli permetterà di abbandonare questa vita terrena in pace.
3. MALATTIA E RICERCA DI SE STESSO
Nel 1997 inizia per lui la guerra più difficile, contro un cancro all’intestino. Si batte con tutte le forze, si fa curare negli States. Accetta la chemioterapia che gli sfalda il corpo e lo fa sembrare ancora più anziano. Decide di farsi crescere la barba e di lottare anche con la medicina non tradizionale, per poi trovare la pace di nuovo in India ma questa volta in un rifugio sull’ Hymalaya. Si pone il problema dell’Io e la voglia di disperderlo. Detesta l’egocentrismo e la vanagloria, si fa chiamare Anam, il senzanome, perché personalmente non ne aveva più bisogno. Aveva reso il suo cognome un brand, non commerciale, ma di nicchia che trovi sugli scaffali di persone che pensano e amano la profondità’ di pensiero. Vive come un contadino indiano fondendosi con il Buddismo e assapora l’essenziale fino al termine dell’esistenza. In effetti, nell’ultima parte della sua vita egli cerca di trasmetterci la necessità di ritrovare la ricchezza in noi stessi. Non è un caso che, nel nostro secolo, si stia diffondendo proprio il Buddismo, che non è una religione, ma una civiltà, senza comandamenti o dogmi.
4.VIAGGIARE
C’è una profezia, un destino, al quale Terzani sembra non poter sfuggire: quello di viaggiare. “Perché la mia natura è quella dell’evaso: prima o poi debbo sempre scappare da dove sono”. E non si sa se sia un destino o una maledizione! Il viaggio è il filo conduttore di una tutta una vita. Egli detestava i voli aerei perché secondo lui impongo una limitata percezione della realtà. “‘Muoversi via terra invece restituisce realtà e dimensione al mondo, alle montagne che diventano veri ostacoli, ai mari che vanno attraversati, alle frontiere da superare e alle distanze che si allungano, riprendendo il loro vero valore” soleva affermare. E come non dargli ragione. Ci ha insegnato che bisogna diventare come dei camaleonti capaci di adattarsi all’ambiente esterno per comprenderlo nella sua totalità e infine, ringraziare gli elementi della natura provando a rallentare per sentire di nuovo il nostro respiro.
5. ACCONTENTARSI
In uno splendido monologo, Terzani analizza la parola accontentarsi.
“Questa società basata sui desideri continui, determina la crescita di una popolazione infelice ed emotivamente instabile. “L’economia dovrebbe essere fondata sull’esigenza dell’uomo, l’economia dovrebbe essere fatta non per i criteri economici, ma per l’uomo!La crescita, ma siamo sicuri che il progresso deve essere solo crescita? O non sarebbe molto meglio arrivare ad una situazione in cui abbiamo poco, ma il giusto e tutti un po di più, invece che pochi tantissimo e tantissimi poco”. Insomma, Terzani sostiene che per stare bene basterebbe possedere l’essenziale e che potremmo migliorare le nostre esistenze eliminando il superfluo per permettere a tutti di vivere meglio.
Concludendo, ritengo che Terzani abbia rappresentano un giornalismo eclettico. Vivo. Capace di oltrepassare la sottile trincea tra il registrare con occhio vigile e vivere con occhio invisibile. Un “giornalismo magico”.
Anche per questo il suo lettore, anima avida alla ricerca di valori profondi, ha ritrovato la spiritualità nella fotografia della realtà.
Consiglio quindi alle nuove generazioni di avvicinarsi al mondo di questo uomo con criticità, con amore, per comprendere a fondo che questo mondo si può migliorare, si può modellare e levigare. Tutto ciò ci permetterà probabilmente di diventare donne e uomini migliori che sapranno accontentarsi per essere finalmente felici.
Elena, KSA
Elena cara! Che bello rileggerti. Chi si immaginava questo casino quando ci siamo incontrate in una Riyadh affollatissima.
Terzani piace molto anche a me. Ho provato a leggerlo da ragazzina ma forse non ero pronta…l’ho trovato difficile e pesante. Non era il momento. Ma poi mi si è “dischiuso” quando l’ho letto all’età giusta. È come, allora, se avesse parlato alle mie corde, a corde che nemmeno conoscevo di me, e mi avesse insegnato ad ascoltarle, coltivandole e coinvolgerle di più nella mia vita.
Così è stato anche per la pandemia e il lockdown. Ho cercato di sfruttare questa occasione, unica, che ci veniva data, a me come singola e come parte di una famiglia. Come Terzani di “Un indovino mi disse”. Anche noi ci siamo fatti un “viaggio” faticoso, non facile…ma abbiamo imparato tantissimo.
Un abbraccio forte Elena cara, anche alla tua bella famiglia. Speriamo di vederci presto.
Carissima, il nostro incontro e’ stata una di quelle sorprese che rende la vita cosi’speciale. Grazie per il tuo commento. Condivido in pieno. Questa situazione ci ha permesso di cambiare, spero in meglio. Ci ha “schekerati”e sono sicura che ci permettera’di apprezzare di piu cio’che abbiamo. Non vediamo l’ora di rivedervi ma per ora il destino ci ferma…ci sara’ il momento.
Abbraccia forte le tue splendide cucciole e Antonello…a te mando tutta l’energia positiva che posso!!!
Bellissimo. Il tuo pezzo e’ meraviglioso Elena. L’ho letto tutto d’un fiato e poi l’ho riletto per godermi tutte le parole ed i pensieri. Mi ha affascinata, interessata ed incuriosita. Come ho fatto a non leggere Terzani fino ad ora? Eppure mi riconosco in tante tematiche, oggi piu’ che mai. Grazie Elena davvero.
Ciao Elena ,
bellissimo il tuo articolo su Terzani, articolato ed appassionante, ho letto anche io qualche anno fa questo libro….lo rileggero’ sicuramente, Terzani e’ un guaritore interiore.
Condivido il tuo pensiero finale, un regalo ideale per mia nipote 18enne, nella speranza che comprenda che l’essenziale, e’ una grande ricchezza. un forte abbraccio
Carissima Elena,
complimenti per il bellissimo articolo su Terzani, appassionato e preciso esattamente come sei tu. Hai colto tutte le sfaccettature dell’uomo e del giornalista la cui vita è stata veramente “un giro di giostra”, una vita spesa in viaggi veri e propri ed in viaggi alla ricerca dell’io, come hai giustamente sottolineato. Hai perfettamente ragione quando consigli alle nuove generazioni di approcciarsi al mondo di questo scrittore, ma credo che chiunque trarrebbe insegnamento, soprattutto per il momento che stiamo vivendo.
Ti abbraccio forte e mando un bacio grande a tutti e tre.