Non molto tempo fa vi ho raccontato 3 cose che mi piacciono di Sydney.
Questa città è pazzesca da molti punti di vista.
Esteticamente meravigliosa.
Spiagge mozzafiato, clima perfetto, profumi che sembrano arrivare dritti dal paradiso, animali selvaggi, fiori dalle proprietà miracolose, opportunità lavorative…
Ma… c’è un ma. Anzi, a ben guardare, potrei dire che ne trovo anche più di uno.
Tenetevi forte, perché oggi vi racconto 3 cose che non amo di Sydney..
Di solito, quando mi capita di dire che non amo tutto di questo posto, le persone sgranano gli occhi e mi guardano tra lo stupito e l’incredulo. Non ho intenzione di trattare argomenti come la politica verso i rifugiati e gli immigrati o la posizione verso gli aborigeni. L’articolo che vorrei scrivere oggi è più leggero, ma non per questo meno profondo.
Che volete farci… siamo esseri complessi: osserviamo il mondo in modo soggettivo.
Quindi, godetevi (e contestatemi pure) le tre cose che proprio non amo di questa metropoli (?)
3 cose che non amo di Sydney
SVEGLIATI
Sydney mia, sei bellissima… ma non ti valorizzi. Dov’è la tua vita cultuale? Dove si trova il tuo fermento? Perché le cucine dei ristornati chiudono in media alle 20? Perché ti spegni nel tardo pomeriggio? Dove sono le tue notti affollate? Perché le tue spiagge non sono abitate da posticini da scoprire e dove cenare tra pergolati e lucine, dopo una giornata di sole?
Cioè… non siamo in UK. Il cielo non è grigio, non piove. Puoi far sì che la tua gente si goda l’aria della sera.
Bellissime le tue albe leggendarie con i surfisti che cavalcano le onde, i runners che macinano chilometri e i cocakatoo che sfrecciano nel cielo, ma a me manca la notte e mi mancano i cenacoli. Come posso cenare alle 18, prima di assistere allo spettacolo alle 20? Il mio gusto è il dopo teatro, il mio gusto è la cena che si consuma dopo, commentando la recitazione degli attori e la messa in scena. O no?
Ah… a proposito, visto che te lo puoi permettere, investi nelle compagnie internazionali. Porta gli spettacoli che fanno furore nel mondo. Vale più quello delle scenografie faraoniche.
Poi, ti prego Sydney cara, togli tutta quella moquette dalle tue case. Non serve, Fuori non è Londra. Migliora gli infissi, ma goditi il parquet.
SII PIÙ MULTICULTURALE
Sydney del mio cuore. Hai la fortuna di essere una città multirazziale… perché non fai quel passetto in più per diventare multiculturale?
Già le tue strade sono piene di gente che arriva da tutto il mondo, già le scuole traboccano di diversità. Perché ti ostini a mantenere intatta la cultura anglofona? Perché non ti mischi? Pensa che bello sarebbe avere una cultura tutta tua, tutta nuova, frutto della tua fusione. Tu sorgi su una terra d’immigrazione: sfrutta questa cosa a tuo vantaggio. Non reprimere la diversità. Conosci i boomerang, li avete inventati qui, e questa storia ti si potrebbe ritorcere contro, credimi.
Non essere così conservativa.
Pensa che bello se ti aprissi a varie tradizioni, se festeggiassi i tuoi aborigeni e le tradizioni del mondo: non solo il compleanno della regina e l’Anzac Day, suvvia. Non sarebbe bello un carnevale di Sydney? Credo che potrebbe tener testa a quello di Rio.
TI DEVI RILASSARE
Ciò che ti rende vivibile, sicura, funzionante e a misura di bambino sono le tue regole. Indubbiamente. Tieni presente, però, che l’elasticità mentale può essere importante quanto il rispetto. Rilassati, ti assicuro che lo troverai piacevole e scoprirai da sola tanti aspetti positivi.
Credimi Sydney, anche se le caffetterie chiudono alle 15 (cascasse il mondo), puoi accontentare il cliente che arriva alle 14.58 e chiede una bottiglia d’acqua. Non sei meno leader se non lo fai.
Se al Luna Park hai due file vuote che portano allo stesso cancello, con un unico controllo biglietti e una è per chi vuole fare il giro veloce e un’altra per chi lo vuole fare lento… credi a me, te lo giuro, puoi evitare di far rifare tutto il serpentone a chi ha sbagliato. Perché, sai, era l’unico in fila. Nessuno davanti, nessuno dietro. È uguale, ce la puoi fare.
Se ti chiedo di togliere il cetriolo da un succo che prepari sul momento, toglilo. Alleggerisciti il cuore. Non ripetermi in loop: la ricetta prevede arancia, zenzero e cetriolo. Lo dico per te Sydney mia, sarai tu a guadagnare punti.
Insomma, potrei continuare l’elenco.
Ho cercato di scrivere un articolo divertente ma, il punto che sento molto vero, è che la mediazione culturale è un tema molto serio.
Richiede tempo.
Diciamo spesso, a parole, che nessun Paese è perfetto.
Rispondiamo a un posto in base al momento della nostra vita, ma anche in base a chi siamo noi. A come siamo fatti e da dove arriviamo.
Credo sia sempre molto importante distinguere il beneficio che un posto/Paese porta a noi, a livello personale, e quella che invece è la sua politica generale.
Un conto è osservare che un Paese offra a noi condizioni di vita migliori e un altro è valutare le condizioni che offre in generale.
Personalmente, prima di dire che un posto è meglio del mio Paese, controllo:
- Sanità
- Istruzione
- Politiche verso l’immigrazione
- Condizione femminile
E voi? Come vi relazionate ai vostri Paesi d’adozione?
Manuela, Sydney
Ci sarebbe da scrivere molto su questo argomento…Vivo qui da quasi dieci anni. L’Australia e’ un paese sicuro e ospitale, e mi pare assolutamente fondamentale. Ma e’ terribilmente “boring”, incapace nell’hospitality di sfruttare occasioni uniche, rare, le pochissime sono costosissime e prenotabili solo con mesi, anni di anticipo. Un paese e un popolo conservativo piu’ che conservatore, molto diffidente, noioso, ripetitivo, inconsistente culturalmente, terribile architettonicamente, interni delle abitazioni senza arte ne’ parte, tutti uguali, fino allo sfinimento. Zero fantasia, solo un copia e incolla continuo ed esasperante. Pero’ hanno ragione gli Australiani: un mercato immobiliare da Alice nel Paese delle Meraviglie, assolutamente al limite dell’incredibile, illogico, irrazionale. Anche le catapecchie inabitabili sono vendute a peso d’oro, la banalita’ impera, i gusti sono appiattiti…ma se si intravvedede una guglia dell’ Harbour Bridge o una strisciolina di mare in lontanzanza…un bel 30% in piu’. E gli Estate Agents, permeati di cafonaggine, approssimazione ed arroganza, certo non tutti, ma sembrano spesso ignoranti capitati per caso nel Paese del Bengodi. Ciao!