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Mamme italiane all’estero: pro e contro

Written by Nadja Australia

Sono una delle tante mamme italiane all’estero. Siamo tantissime, ci troviamo in vari social e cerchiamo di darci forza, di consigliarci e scambiare opinioni su come crescere i nostri figli. Tante cose cambiano dal modo in cui siamo cresciute e da dove viviamo. Io per fortuna ho, tra le altre cose, la mitica chat di Amiche di Fuso, dove spesso mi rifugio e mi sfogo sul quanto sia difficile essere soli in un paese che non è tuo. So di essere capita. E questa è già una grande consolazione. Da poco abbiamo parlato anche qui dei pro e contro di essere mamme lavoratrici anche all’estero. Molte volte mi sono chiesta quanti vantaggi o svantaggi questo mio stato abbia  portato alla mia vita e ho provato allora a fare una lista di 5 pro e 5 contro (semiseria ovvio, che mica siamo qui a piangerci addosso noi!!).

Siete pronte a leggere e aggiungere punti?

Partiamo dai CONTRO:

1) Crescerai i tuoi figli da sola. Con un partner (non sempre), ma per gran parte del tempo da sola. La maggior parte delle responsabilità sarà tua e solo tua. Inutile negarlo. Ci facciamo carico di ogni cosa, dalla più piccola alla più grande. E questo peso si rispecchierà nelle favolose occhiaie ogni santa mattina fino all’utilizzo del mitico Touche Eclat del non per niente chiamato Saint Laurant. (No, non mi paga. Sono io che pago e anche profumatamente quella favolosa pennina che cancella in un secondo ore di sonno perse).

2) Se per puro caso si ammalano, tu non hai nessuno con cui lasciarli. E se lavori dovrai pagare profumatamente qualcuno che si occupi di loro mentre tu sarai alla scrivania a struggerti dai sensi di colpa. Certo, questo succede anche in Italia. Nel mio anno da mamma lavoratrice a Parma mi è successo di ogni ed ero sola. Ma io sono sarda quindi se permettete per me Parma è comunque estero. Ma esistono differenze culturali che peseranno sulla scelta di una babysitter. Tipo qui  in Perù è assolutamente vietato fare il bagnetto se hanno la febbre. Dare paracetamolo è legge se la “febbre” è 37,1. Ma quanto training devo fare ad una eventuale tata? E se hai più di un figlio? Lo so, lo so che sono problemi comuni alle mamme di ogni parte del globo. Expat o no. Ma mi pare pesino di più quando si è lontani da casa.

3) La difficile questione “NONNI”. Santa tecnologia che ci salva le relazioni e le amicizie. Certo parlarsi tutti i giorni (o quasi) aiuta. Ma spesso per questione di fuso o impegni si saltano chiamate o non ci si riesce a sentire causa problemi di connessione. Insomma diciamocelo. Un abbraccio è un abbraccio. Sia per i nipoti che per noi, che ci sentiamo ancora di più figli da quando siamo lontani. E poi quando a fine chiamata tuo figlio ti chiede quando li rivedrà di persona. O quando ti chiede perché abitano cosi lontano. Avete risposte che non mi facciano venire le lacrime agli occhi?! Grazie.

4) Non so voi, ma io mi sento quasi in dovere di inculcare in loro tradizioni, cultura, sapori e profumi della nostra terra. E la lingua. Oh quanto ci tengo che i miei figli parlino il mio amato italiano. E sardo ovvio. Come fare? Quando nell’arco delle 24h inserire le lezioni di Amore per la Patria? Io parto dalla cucina. Lasagne, pizza, pasta fresca, seadas, e no ketchup nella pasta! Poi storia della buona notte in italiano. Poi la Pasqua e il Natale. E ferragosto, che fa così tanto Italia. Perché è nei contro di essere una Mamma italiana all’estero? Perché, signori miei, è veramente una fatica. Piacevole, soddisfacente, ma una vera e propria fatica.

5) Quando un figlio nasce all’estero sei pronta e resettata per crescerlo secondo le tue nuove abitudini. Saprai già che pannolini prendere e che pappe dargli. Quali cibi puoi dargli e quali è meglio di no. Insomma, il tuo nuovo pediatra ti avrà istruito per bene e tu ti troverai a dare la “granadilla” al tuo seimesenne senza averla nemmeno mai assaggiata (storie di vita vissuta). Ma se tuo figlio nasce in Italia e POI vai all’estero? Dove diavolo sono gli omogeneizzati? E i liofilizzati? E le supposte (mai viste al di fuori dell’Italia, per favore smentitemi). Ma è pazza la pediatra a dirmi di svezzarlo con fegati di pollo fritti?! Ma ho capito che sono ricchi di ferro, ma FRITTI?! Really?! E sei sola. Sei solo tu che puoi decidere se darglieli o meno. (No, non glieli ho dati. Non ce la faccio. Magari sono pure buoni. Ma no).

Veniamo ai PRO. Ci ho messo di più ad elaborare questa lista. Mi sono sforzata. Di contro ne avrei qualcuno in più ma lascio a voi continuare. Pronte per i lati positivi?

1) Crescerai i tuoi figli da sola. Sì. Non avete letto male. È esattamente lo stesso punto 1 dei Contro. Devo spiegarvi il perché? O vi devo ricordare tutti i consigli non richiesti che ricevete ogni santo giorno da persone conosciute e sconosciute?! Non che questo all’estero non capiti, non sia mai questa fortuna. Ma potete beatamente ignorarli o mandarli a quel paese a dare consigli a qualcun altro.

2) Tua casa, tue regole. Nuovamente, non che questo in Italia non sia possibile, ma una nonna in casa che insegue con il piatto il bimbo che non vuole mangiare seduto non è una cosa che è successa solo a me. Vero? O la tv accesa durante i pasti. O il leccalecca perché è stato buono. Ah no, le mie regole si rispettano! Salvo poi far cadere mesi  e mesi di lavoro in due settimane di vacanza in casa. Un minuto di silenzio.

3) Vestirai i tuoi figli come più ti piace. Nessuno lì fuori che ti guarderà male perché tua figlia la domenica non ha il vestito della domenica. Nessuno che urlerà allo scandalo se tuo figlio secondogenito avrà le calze rosa della sorella (non è colpa mia se le sporca al parco e l’unico paio di ricambio che hai portato non era destinato a lui). E forse, si spera, quando tra qualche anno riguarderanno le foto della loro infanzia non strabuzzeranno gli occhi per come erano conciati.

4) Sempre a proposito di svezzamento e cibo per i più o meno piccoli, nessuno verrà a farti la paternale se gli dai le fragole prima dei 14 anni. O non gli dai il latte di mucca la mattina. O la frutta dopo i pasti. Tua casa, tue regole. Anche in cucina! E quando via Skype alle 2 ti chiederanno cosa hai dato ai tuoi figli per pranzo, tu potrai spudoratamente mentire raccontando di pasti che Cracco levate, quando invece dietro lo schermo stanno sgranocchiando dei crackers con formaggio.  (Scherzo mamma eh, lo sai che non farei mai pranzare i miei figli così).

5) Se,in una giornata di sole e caldo fai uscire tua figlia dalla piscina senza asciugarle i capelli, nessuna mamma ti rincorrerà con il phon urlando : LA CERVICALEEEE. (Scherzo ancora mamma, io asciugo sempre i capelli alla bimba. No giuro davvero. Ok non lo penserò mai più e non lo dirò più nemmeno per scherzo.)

La lista è incompleta, sgangherata e probabilmente sciocca.

Volevo strapparvi un sorriso e discutere con voi di questo status che ci portiamo addosso e alleviare il peso di tutte le responsabilità che ci gravano sulle spalle.

Comunque vada, i nostri figli passeranno la fase terrible two, in adolescenza ci daranno contro (probabilmente in una lingua diversa dall’italiano), mangeranno cose che i nostri bisnonni non avrebbero dato nemmeno al cane, ascolteranno musica lontana dalla nostra cultura e avranno amici che parlano in modo strano.

Esattamente come se fossimo Mamme italiane in Italia!

Nadja, Peru

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Author

Nadja Australia

Espatriata per lavoro ormai più di 15 anni fa, con mio marito abbiamo vissuto in Serbia, Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,Peru, Argentina e adesso Australia! Con noi due bimbi globetrotter che ci accompagnano nella nostra pazza vita girovaga!Il nostro mantra? Home is not a place, it's a feeling! Con la Sardegna nel cuore, viviamo dove ci porta il lavoro e ci godiamo ogni piccola cosa che i paesi ospitanti ci offrono con l'entusiasmo della prima volta!

1 Comment

  • Ahaha! Tanta verità…
    Io ora rientro in Italia dopo 4 anni in Francia, dove ho cresciuto tre bimbi facendo un misto di regole e ora ho il tremendo dubbio di cosa sarà ritornare in Italia. Secondo me avrò un choc culturale come mamma mica da poco!
    Tra l’altro continuerò ad essere sola pure in Italia perché con mio marito giriamo come trottole e mai nelle città delle nostre famiglie…

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