Vivere all'estero

Da Lione con furore

E’ quasi un mese che siamo a Lione e pian piano le cose stanno prendendo il ritmo giusto: i bambini hanno iniziato la scuola e sin da subito, nonostante l’inserimento lampo cioè inesistente, sembrano giovarne e tornano a casa sereni.
Siccome ho scelto di prendere i mezzi per portarceli, sto imparando a destreggiarmi nella fitta e ben organizzata linea di trasporti pubblici lionese e scopro sempre nuovi angolini di questa città che trovo deliziosa e, come con Milwaukee, la mia missione sarà di farla conoscere il più possibile e attirare onde di turisti italiani. Forse questa volta mi riuscirà anche meglio data la vicinanza al Bel Paese.

Sul versante disavventure sto avendo qualche intoppo con la burocrazia che qua pare funzionare, ma prende dei giri larghissimi e tempi altrettanto lunghi. Magari è solo la nostra iniziale esperienza e potrò ricredermi in futuro.

Ho avuto qualche problema a recuperare il dottore e il pediatra per i bambini, ma alla fine ho giocato la carta della disperazione, ovvero quella della “sono una povera immigrata disgraziata che non sa dove sbattere la testa ed è distrutta dai troppi rifiuti…mi salvi Lei che è magnifico” e ho vinto un pediatra abbastanza vicino a casa.

Un grande ostacolo è la lingua: il mio francese è scadente. Mi permette di leggere e comprendere se qualcuno parla piano, ma non mi riesce mezza parola. Qualche volta mi lancio in francese, ma termino in inglese e attiro sguardi compassionevoli, quindi spesso non me la sento nemmeno di iniziare. Sono in quella fase che, quando qualcuno mi risponde in inglese, gli salto al collo dalla gioia. Mi vengono in mente a random qualche termine quindi il mio cervello credo stia ripescando nell’archivio ciò che ho studiato, ma inizierò con delle lezioni a breve e finalmente vedrò la luce in fondo al tunnel, me lo sento.

Altra disavventura che sto avendo è con i pacchi ma forse stiamo uscendo da questo girone maledetto di consegne fantasma e ritiro in giro per la città e voglio pensare che sia solo stata tanta sfortuna e non una congiura di tutti i corrieri contro di me!

Il quartiere che abbiamo scelto si è rivelato quello giusto: la fortuna in questo espatrio ha giocato dalla nostra parte perché, essendo già stati qui varie volte in passato a trovare amici, sapevamo che zona scegliere! Abbiamo un parco magnifico vicino che sopperisce la mancanza di un giardino e svariate panetterie sotto casa che a turno stiamo provando e la scelta su quale sia migliore è davvero difficile.

Tutto sommato credo che ce la stiamo cavando bene, ma mi capita di pensare spesso al primo espatrio e niente di quello è paragonabile a questa nuova esperienza.
Ricordo le giornate lente, il freddo atroce che ci ha accolti, la solitudine iniziale: a Milwaukee ho avuto modo di prendermi il tempo di fare tutto con calma, mentre qui le danze sono iniziate subito e mi han travolta senza passare dal via.
Lione poi è tutta mezzi, scuola, uffici, problemi da risolvere velocemente, acquisti e burocrazie urgenti da non poter rimandare, casa da organizzare. Non ho ancora avuto modo di sedermi sul divano e non aver niente a cui pensare. C’è sempre un email da scrivere,  qualcuno da chiamare o un appunto da prendere per quello che manca.

Un’inizio stressante che non vedo l’ora si tramuti in una routine così solida e rodata da potermi permettere di godere finalmente delle piccole cose. E qui vedo un controsenso che mi lascia dell’amaro in bocca: io che ho sempre amato l’idea dell’espatrio perché ti impone di confrontarti con il nuovo e di metterti alla prova, ora desidero un’integrazione veloce e la pace dei sensi dove tutto è conosciuto e immediato. Sono invecchiata così di colpo o sono solo tanto stanca?!

Greta, Francia
Ha collaborato con Amiche di Fuso dal 2014 al 2018

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

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