Un anno e qualche mese che sto qui. Un anno per certi versi noioso, grigio, complice un confinement prolungato in Francia, soprattutto per quanto riguarda bar e ristoranti. Un anno che in realtà è passato veloce, ed ha portato tante, tante cose.
Tornare in Francia, ne ho già parlato, mi ha fatto fare un piccolo viaggio indietro nel tempo rispetto al paesaggio di Shanghai, tanto più che viviamo in una cittadina di meno di trentamila abitanti.
Eppure, quanto mi piace questo posto, anche se certe cose vanno a rilento, anche se non succede nulla. Anche se non ho più una lunga serie di comodità a cui ero abituata e che salvavano la mia vita in espatrio. Il mare, i palazzi d’epoca, l’aria pulita, il profumo del pane, la mia famiglia vicina. Guardarmi intorno è un piacere. Ma è stato un cambio di vita radicale: sicuramente una vita più ricca, nella parte del mondo che amo, quella che mi sembra reale, anche più complessa, specialmente con due bambini.
Una sola rinuncia mi pesa: lo sport, che quest’anno non sono riuscita a praticare come prima. Ma so che tornerà , tempo al tempo: perché se c’é una cosa che l’espatrio asiatico mi ha insegnato, è la pazienza.
Ho ritrovato il coraggio: dopo dieci anni, nonostante qualche sudore freddo, ho ricominciato a guidare. Guidare mi ha sempre messo una grande ansia, e non l’ho mai amato. Figuriamoci con due bambini, figuriamoci al pensiero di dover caricare e scaricare passeggino, spesa, giochi vari. E se il piccolo piange? e se la grande fa i capricci? e il parcheggio? Mi si stringeva lo stomaco al solo pensiero. Mi sentivo già sudata, a disagio.
E poi invece sono salita in macchina, e l’ho fatto. E, nonostante io faccia ancora quasi solo parcheggi a spina di pesce, e non mi sia arrischiata in autostrada, mi sento libera come non mai.
Ho ritrovato un lavoro: part-time, poche sere a settimana, nulla di troppo impegnativo, ma dopo quasi cinque anni di maternità vado a lavorare, esco di casa, entro in ufficio, ho dei colleghi. Prendo il treno, lo scooter, commento il traffico, rido per la richiesta di un cliente fastidioso, mi arrabbio quando c’è un problema col computer.
Ho trovato la flessibilità : sÃ, i negozi di detersivi sono ancora fra i miei preferiti, sÃ, vivo ancora con lo sgrassatore in mano, e le impronte di ditine unte sui vetri mi urticano. Ma ho scoperto che alla fine, non è poi così grave. Che anche se sono stanca e stiro domani, che cosa potrà mai succedere? E credetemi, per me è una vittoria. Dopo tutto quel che è successo quest’anno, diciamo che molte cose si sono… relativizzate.
E da qui, dal paesello, mi preparo a nuove avventure. Stay tuned (e che Dio me la mandi buona!).
Veronica, Francia